CURIAMO E CUSTODIAMO IL GIARDINO DEL MONDO

7 Ottobre 2025

È gravemente malato, quasi completamente cieco e la sua vita terrena sta per volgere al termine. È il 1225, o forse ’24, quando Giovanni, alias Francesco d’Assisi, compone il “Cantico delle Creature”, conosciuto anche come il “Cantico di Frate Sole”. Secoli più tardi un altro uomo destinato a guidare la Chiesa universale assumerà lo stesso nome e a quest’opera, probabilmente il testo poetico più antico della letteratura italiana, si ispira per la sua Enciclica “Laudato si’” sull’ecologia integrale in cui la preoccupazione per la Natura, l’equità verso i poveri, l’impegno nella società, la gioia e la pace interiore risultano inseparabili. Sono trascorsi esattamente ottocento anni da quando il Poverello compose il suo Cantico che, con quella visione di fratellanza universale tra Uomo e Natura, ci invita ancora a considerare il Creato come dono di Dio, da rispettare e custodire. Questo messaggio, seppur nato in un contesto storico e culturale diverso, è ancora di straordinaria attualità. Le celebrazioni per gli 800 anni del “Cantico delle Creature” ci ricordano che ogni gesto di cura e custodia del Creato è un atto di fede e un tributo a quella luce che San Francesco ha cantato con tanta forza.

Papa Leone XIV, in occasione della Giornata Mondiale di Preghiera per la cura del Creato che si è celebrata il 1° settembre scorso, ci ha anche esortato ad agire concretamente per la giustizia ambientale. Ma non c’è giustizia senza sicurezza. Quella che l’Arma garantisce anche in questo complesso contesto. Il Creato, ci ricorda il Santo Padre, non è un campo di battaglia. Da qui il suo invito a custodire il giardino del mondo, cosa che implica “una relazione di reciprocità responsabile tra essere umano e Natura”. Custodire vuol dire anche far crescere i semi che poi germogliano con una forza dirompente anche in luoghi inaspettati. Come i tanti semi custoditi, piantati e fatti germogliare ogni giorno dai Carabinieri forestali, semi di vita, di legalità e di prossimità ambientale. E anche per questo che, come ha ricordato il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Salvatore Luongo, rivolgendosi ai Carabinieri forestali intervenuti da ogni parte d’Italia il 12 luglio a Vallombrosa per la ricorrenza del loro Patrono, “siamo davvero fortunati a lavorare per un obiettivo così alto, nobile e gratificante, consapevoli che operiamo per il bene comune e per la bellezza del nostro Paese, straordinario patrimonio di biodiversità. L’esempio di San Giovanni Gualberto sia per tutti noi guida per ‘comprendere sempre più le opere del Creatore’, accompagnandoci sul giusto sentiero tra conservazione e sviluppo, tra Uomo e Natura”.

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