Grazie all’ultimo aggiornamento, salgono a 4.750 gli alberi monumentali tutelati e valorizzati dalla Direzione generale delle foreste, di concerto con i Corpi e Servizi forestali regionali e i Comuni
All’interno del patrimonio forestale italiano sono stati censiti e iscritti nell’Elenco nazionale ben 4.750 alberi monumentali d’Italia, veri patriarchi verdi, scrigni preziosi della nostra Nazione.

Sono tutelati e valorizzati dalla Direzione generale delle foreste del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste (Ufficio DIFOR IV), con il supporto tecnico e operativo dei Corpi e dei Servizi forestali regionali, su iniziativa procedimentale dei Comuni.
Ai Carabinieri forestali spetta, invece, il compito di sorvegliarli sul campo.
La legge (la n. 10/2013) individua come monumentali:
- l’albero isolato o facente parte di formazioni boschive naturali o artificiali, ovunque ubicato, che costituisca raro esempio di maestosità e/o longevità o che mostri un particolare pregio naturalistico per rarità della specie o che costituisca un preciso rifer mento a eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico, culturale, documentario e delle tradizioni locali;
- i filari e le alberate di particolare pregio paesaggistico, storico e culturale, ivi compresi quelli inseriti nei centri urbani;
- gli alberi situati in particolari complessi architettonici di importanza storica e culturale, quali ad esempio ville, monasteri, chiese, orti botanici e residenze storiche private.

Pertanto, la monumentalità può riguardare non solo un singolo esemplare, ma anche gruppi omogenei o filari di alberi, radicati in contesti agro-silvo-pastorali come boschi, monti e campagna o urbani come i parchi, le ville comunali e giardini privati.
Per l’attribuzione del carattere di monumentalità, un albero deve avere almeno uno dei seguenti sette pregi:
- naturalistico per l’età e le dimensioni;
- naturalistico per la forma e il portamento;
- naturalistico per il valore ecologico;
- naturalistico per la rarità botanica;
- naturalistico per l’architettura vegetale;
- storico-culturale-religioso;
- paesaggistico.
Il censimento degli alberi monumentali spetta ai Comuni su iniziativa propria, dei cittadini o delle associazioni. Il riconoscimento della monumentalità dei singoli esemplari compete alle Regioni, mentre la tutela e la valorizzazione degli stessi sono affidate alla Direzione generale delle foreste del MASAF, che cura altresì la tenuta e l’aggiornamento dell’Elenco nazionale dei patriarchi verdi.

Ecco invece una carrellata di dati e curiosità su questi monumenti viventi.
I 4.750 alberi monumentali d’Italia, o gruppi omogenei di alberi monumentali, appartengono a 280 specie arboree diverse, di cui 75 conifere, 196 latifoglie e 9 specie di palme. Le specie arboree monumentali più numerose sono la roverella (616 esemplari), il faggio (251), il platano comune (231), il leccio (211), il castagno e il larice (139), la sughera (129) e il cedro dell’Himalaya (126).
Le Regioni con il maggiore numero di alberi monumentali sono il Friuli-Venezia Giulia (543 esemplari), la Lombardia (431), la Sardegna (426), il Piemonte (379), la Campania (368) e l’Abruzzo (293).
I Comuni d’Italia dove è stato censito il maggior numero di patriarchi verdi sono Napoli (53 alberi), Caserta (51), Trieste e Priverno (48), Palermo (46) e Roma (41).
I patriarchi verdi più vecchi d’Italia sono l’olivastro di Luras (OT) e il castagno di Sant’Alfio (CT), entrambi di circa 4.000 anni di età.
I giganti monumentali d’Italia più alti sono il platano del parco castello di Agliè (TO), alto 55 metri e la sequoia del castello di Reggello (FI), di 54 metri di altezza, quindi leggermente più bassi dell’albero italiano più alto in assoluto, l’abete di Douglas di Vallombrosa (FI), che non è stato ancora inserito nell’Elenco ufficiale, nonostante i solleciti della Direzione generale delle foreste.
Gli alberi monumentali aventi la maggiore circonferenza sono il fico magnolioide di 3.600 cm a Villa Garibaldi a Palermo, il Castagno dei Cento Cavalli di 2.200 cm di Sant’Alfio (CT), il castagno di 1.400 cm radicato a Grisolia (CS), il castagno di 1.200 cm a Grosio (SO) e la fitolacca arborea di 1.100 cm di Lequile (LE).
Per la sua maestosità segnalo anche l’olivastro di Castelsardo (SS), in grado di ospitare sotto la sua chioma fino a 200 persone, situato nei pressi della Chiesa campestre Santa Maria di Salasgiu o Madonna della Neve.
Personalmente ritengo che i singoli alberi monumentali più belli e iconici d’Italia siano la “quercia delle streghe” (detta anche “quercia di Pinocchio”), una maestosa roverella radicata nel Parco di Villa Carrara, a Capannori (LU), la “quercia delle checche”, un esemplare di rovere radicato nelle campagne di Pienza (SI), e l’“olmo montano” di Case Mordini, in località Tagliole, sulla via del Lago Santo, nel Comune di Pievepelago (MO). Oppure, il leccio di Bagno a Ripoli (FI), che presenta una chioma molto ampia ed espansa, dal portamento bello e particolare, caratterizzato dal tipo di ramificazione di notevole dimensione, inserita a un livello molto basso sul fusto con ampio sviluppo orizzontale (circonferenza di 745 cm) e un’età stimata maggiore ai 200 anni.

Mentre i gruppi omogenei di alberi monumentali più suggestivi, sempre secondo me, sono i cipressi sulla sommità delle colline della Val d’Orcia, in località Triboli, lungo la strada statale Cassia, in provincia di Siena, i platani orientali di Villa Borghese a Roma, i larici secolari lungo un sentiero di montagna della Val d’Ultimo, nel Comune di Santa Geltrude (BZ) oppure il filare di cipressi sul lungolago di Como.
Tutte le informazioni, i dati e le curiosità sui patriarchi verdi, compresa la loro geolocalizzazione su Google Maps, sono consultabili sul sito internet del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Settore foreste, all’interno della Sezione Alberi monumentali d’Italia oppure sulla nuova Carta forestale d’Italia, realizzata dalla Direzione generale delle foreste e dal CREAForeste, all’interno del nuovo Sistema Informativo Nazionale delle foreste (SINFOR). Concludo con una raccomandazione: rispettate sempre gli alberi monumentali, non danneggiateli. Inoltre, non tagliateli, non potateli e non effettuate interventi invasivi su di loro senza l’autorizzazione della Direzione generale delle foreste. Le violazioni sono sanzionate dai Carabinieri forestali con una pesante pena pecuniaria (da 5.000 a 100.000 euro).
